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al testo di Adielle
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I miei sogni son cavalli di Troia una ne pensano cento ne fanno uno che pensa gli altri si fanno tra questo mondo e quell' altro dove ancora non muoio per amore e non mi fanno il trattamento dove partecipo al bando per il prossimo coglione a diventare reale in un sistema falsato con le mie parole legate ai miei fianchi o deposte ai tuoi, di corallo che scalpitano per essere sculacciati, per correre più forte per portare alla vittoria quell' istinto alla riproduzione in caso di povertà e catastrofe, che fa delle parole un meccanismo di delapidazione del messaggio in frasi di circostanza fantastico; l' ora tarda, la vile staffetta del giorno passata a trafiggere in spilli, il velo azzurro portato dal cielo. E corse in macchina mi sovvengono per una pazza gioia al cinema. In cui lei perde il fazzoletto. E io mi sveglio in un fosso, tutto sudato, con un rene di meno. Mio cugino, mio cugino, di elica memoria, che la porti il vento. Sovvenzionandomi un affare di cani da caccia alla volpe perse il capitale che inizialmente era destinato alla tua istruzione addio sogni di gloria, benvenuta falce, blob. Echi di punture di meduse fotovoltaiche mi accendono di rossore le guance, due arance ancor più rosse, se tu mi guardi. Riprendo colore dal mio stato fantasma, gli occhiali da sole il coltello da ganja, il paracadute da baratro e le voglie senza più ideali cui chiedere il beneplacito per potersi rivelare, di bestia, istinti primordiali, morsi, di una fame atavica, che non si può mai saziare. Eppure ho una dentiera di meno e due canini affilati da cane da guardia che non masticano catena. (che non fanno prigioniere contesse dracula). I miei sogni sono cavalli di Troia, dormono in piedi contengono armi da schierare sul campo ma a pancia piena, sortendo l' effetto di essere lenti nell' adempiere al piano. Così tutto rimane il solito stato delle cose che accadono e un coglione non muore di meno.
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